" Sull' orlo di un precipizio, m' inviti adesso a giocare"
Franco Battiato

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"Ma il vero pensare e' sempre in pericolo e sempre pericoloso."
Gottfried Benn

" Reiten, reiten, reiten..."
R.M.Rilke

La tentazione di insediarsi nella vita in maniera precaria...la visione che sgomenta, il vacillare delle cose, il frammento il simbolo la traccia...

Quante volte moriamo lungo il nostro cammino, quante altre risorgiamo?
L'umbratile sagoma che sostiene e da' corpo ai nostri effimeri sogni, talvolta cosi' improvvidi, consegna alla vita forme nuove e in essa le discioglie.
Nel fiume del "divenire" che tutto inghiotte, scorrono egualmente le cose differenti e trovano pace cosi', in mesta letizia.
L'apparire ci allieta con l' incanto di una maschera nuova che e' solo il simbolo caduco di una bellezza che non si da'.

Grazie ai sensi, pero', ci libriamo sopra i tristi ancoraggi e bramiamo vivere, ancora.
Chi dipinge o chi scrive, forse, e' allora il piu' staccato dalla "realta'" perche', sommerso, si e' levato.

E dove s'affissa il suo sguardo se non sulle povere cose che sono state e che per scontare il fio del peccato di essere nate sono destinate all' oblio, senza riguardi!

Una disdicevole consuetudine, reiterata dalla natura, ricettacolo vivente dell' essere, impone a un tratto l' interruzione dell' incanto, e cadono i veli e la notte cala per sempre sul povero sinolo.
Certo pare strano che chi alberga il cielo in se', che lo contempla nelle rifrazioni del pensiero, che lo unisce alla terra traendone simulacri di idee, debba subire lo stesso destino riservato a ratti e insetti.

" Tu sei l' adolescente che da lungo tempo
sta meditando sulle nostre tombe;
nelle tenebre segno di conforto-
lieto principio di piu' alta vita.
Quel che ci immerse in gorghi di tristezza
Ora altrove soave ci trascina.
In se´paleso' morte eterna.
Morte tu sola ci potrai guarire."
(Novalis)

Quale forza ci solleva dal baratro verso un altrove forse solo presentito- anche se dall' effetto di quell' effondersi nell'anima potremmo sospettare che tale potenza scaturisca da una realta' almeno altrettanto potente?

E quale forza irrompe talvolta nella nostra vita in circostanze imprevedibili, come un lampo che illumini improvvisamente un sentiero indicandoci la via?

Chi ci spinge tra quelle acque in tempesta, chi ci espone al mirino del nemico, chi ci vuole sull'orlo di quel precipizio?
E chi getta per noi quel guanto di sfida e ci fa accettare finanche la rovina, ancora vibranti come l' elsa di una spada?

E' un dio che ci possiede allora, e che sussurra una nenia dolce nel cuore ed esorta a non indietreggiare!

E, come una musica, gonfia il cuore di gioia e ci annebbia la vista, invitandoci a celebrare con una danza il nostro approssimarci alla soglia del limite, laddove la ragione cessa di esercitare il proprio imperio e si accende la fiamma del vaticinio.
E cosa lascia nel nostro petto gravido questo dio quando, come una vasta marea, si ritrae?

Una letizia infantile e una filastrocca che dice: Tu sei Vivo, Era solo un Gioco!

Quanto in quel momento ci sara' dato, come quanto continuera' a rimanere celato, apparterranno a noi stessi piu' di ogni altro oggetto che la coscienza ritrovera'nel suo cammino ordinario, nella riconquistata consueta "realta'".

Dyhjandi (North-West Iceland)
Photo by Philip West


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